OVVERO DOVE SI TROVA IL GLUTINE?
L’AIC realizza e mantiene aggiornata, con l’aiuto di esperti del settore, una “classificazione” delle tipologie di alimenti in riferimento al rischio di contenere glutine.
ALIMENTI PERMESSI (glutine sicuramente assente).
ALIMENTI A RISCHIO (possibile rischio di presenza di glutine).
ALIMENTI VIETATI (glutine sempre presente).
Questa classificazione viene chiamata “ABC della dieta dei celiaci”.
Tale classificazione ha l’obiettivo di semplificare l’accesso sicuro ai prodotti, viene utilizzata sia dalle famiglie dei pazienti celiaci, sia dai ristoratori che offrono pasti senza glutine, sia dai professionisti della salute, ed è basata sull’analisi dei processi produttivi da parte di tecnici esperti.
Se vuoi conoscere come AIC valuta l’idoneità degli alimenti alla persona celiaca clicca qui.
Il mercato alimentare è in costante evoluzione, da un lato per seguire le esigenze dei consumatori, dall’altro perché i processi produttivi si evolvono e migliorano, ed è possibile che nel tempo l’ABC subisca modifiche.
Le indicazioni che l’AIC fornisce sulle categorie alimentari vanno sempre intese in termini generali quali indicazioni di massima fornite sulla base dei prodotti comunemente presenti sul mercato italiano. In caso di dubbio o informazioni contrastanti rispetto alle indicazioni generali di AIC, evitare di consumare il prodotto e segnalare all’AIC.”
ALIMENTI PERMESSI: alimenti che possono essere consumati liberamente*, in quanto naturalmente privi di glutine o appartenenti a categorie alimentari non a rischio per i celiaci, poiché nel corso del loro processo produttivo non sussiste rischio di contaminazione.
Questi prodotti NON sono inseriti nel Prontuario AIC degli Alimenti.
ALIMENTI A RISCHIO: alimenti che potrebbero contenere glutine in quantità superiore ai 20 ppm o a rischio di contaminazione e per i quali è necessario conoscere e controllare l’ingredientistica ed i processi di lavorazione. I prodotti di queste categorie che vengono valutati come idonei dall’AIC vengono inseriti nel Prontuario AIC degli Alimenti.
L’AIC consiglia il consumo di questi alimenti se presenti in Prontuario o riportanti la dicitura «senza glutine».
ALIMENTI VIETATI: alimenti che contengono glutine e pertanto non sono idonei ai celiaci.
Tali alimenti, ovviamente, NON sono inseriti nel Prontuario.
Le presenti indicazioni AIC riprendono quanto indicato anche dalla Federazione Europea delle Associazioni Celiachia.
*L’indicazione relativa agli alimenti TRASFORMATI cosiddetti “permessi” non deve deresponsabilizzare il consumatore celiaco dal controllo dell’etichetta. Di norma, queste categorie di alimenti (es. bevande dolci gassate, frutta secca, ecc.) non riportano indicazioni specifiche circa l’assenza di glutine, anche se non presentano rischi di presenza di glutine per l’assenza di questo dalle materie prime e negli usuali processi di produzione. L’indicazione dell’Associazione circa la loro idoneità al celiaco rappresenta una informazione di carattere generale, ma non prescinde dalle indicazioni specifiche fornite dal produttore. Qualora un alimento di categorie considerate “permesse” riporti indicazioni in etichetta circa la potenziale presenza di tracce di glutine, AIC raccomanda al consumatore di evitare il consumo del prodotto specifico, fino a diversa evidenza, procedendo alla segnalazione all’AIC (Fonte: Documento Le contaminazioni nella dieta senza glutine, punto 10, pagina 11).
CEREALI, TUBERI, FARINE E DERIVATI
- Riso in chicchi
- Mais (granoturco) in chicchi, cotto al vapore
- Grano saraceno in chicchi
- Amaranto in chicchi
- Miglio in semi
- Quinoa in semi
- Sorgo in chicchi
- Teff in chicchi
- Fonio in chicchi
- Tuberi (patata, patata dolce, patata messicana, manioca, topinambur, ecc.)
- Prodotti sostitutivi presenti nel Registro Nazionale del Ministero della Salute
Riso in chicchi
Il riso in chicchi è a rischio di contaminazione da glutine?
E gli altri cereali permessi?
Per quanto riguarda i rischi di contaminazione accidentale da glutine nei cereali, è possibile che alcuni stabilimenti produttivi lavorino sia cereali naturalmente privi di glutine, come il riso, sia cereali contenenti glutine. Il rischio per i cereali non macinati e quindi che non siano stati trasformati in farine è comunque minimo. Infatti, sia per la facilità dei controlli e delle misure di prevenzione in tal senso (si pensi solo alla vagliatura dei cereali come il riso prima del confezionamento), sia per il controllo che il consumatore stesso può avere sul prodotto (i chicchi di riso sono del tutto diversi dalla granella dei cereali contenenti glutine), risulta estremamente difficile che un chicco di grano (od orzo) venga consumato accidentalmente. Ricordiamo, infine, che, trattandosi di semi/grani interi, non è possibile una contaminazione diretta da glutine dei chicchi, ad esempio, di riso: la gliadina -frazione tossica per i celiaci- è localizzata infatti nella parte più interna del chicco del cereale e, dato che la loro tossicità si esplicherebbe solamente nel momento in cui venissero ingeriti, vanno semplicemente eliminati.
Per questo motivo, l’ispezione visiva e l’eliminazione di eventuali grani estranei, garantiscono ampiamente il celiaco.
I cereali naturalmente privi di glutine, in chicchi, in grani, in semi, biologici o tradizionali, di qualsiasi varietà siano, anche se integrali, sono quindi sicuri per il celiaco e non comportano rischi di contenere glutine.
Per altri approfondimenti leggi anche Alimenti permessi ma con l’indicazione “può contenere tracce di”.
- Mix di cereali permessi, mix di cereali permessi e legumi
- Farine, fecole, amidi (es. maizena), semole, semolini, creme e fiocchi dei cereali permessi
- Farina per polenta precotta ed istantanea, polenta pronta
- Farina di: ceci, soia, castagne, mandorle, nocciole, ecc.
- Malto, estratto di malto dei cereali permessi
- Estratto di malto dei cereali vietati
- Tapioca (farina di manioca)
- Amido di frumento deglutinato
- Prodotti per prima colazione a base di cereali permessi (soffiati, in fiocchi, muesli)
- Cialde, gallette dei cereali permessi
- Crusca dei cereali permessi
- Fibre vegetali e dietetiche
- Pop-corn confezionati
- Risotti pronti (in busta, surgelati, aromatizzati)
- Couscous, tacos, tortillas da cereali permessi
- Prodotti sostitutivi (es. mix di farine, pane e sostituti del pane, pasta)
- Prodotti a base di avena (farine, pasta, biscotti, ecc.)
Amido di frumento e amidi modificati
L’amido di frumento contiene glutine?
E gli amidi modificati?
L’amido è un carboidrato (zucchero) complesso costituito da più molecole di glucosio; è presente nei cereali, legumi e tuberi. Nei cereali, costituisce gran parte della cariosside. L’amido in commercio si ricava soprattutto dal mais (maizena), dal frumento, dalla patata (fecola) e, più raramente, dal riso. L’amido di derivazione da cereali si ottiene dalla lavorazione dei chicchi. Questa lavorazione comporta varie fasi: i chicchi vengono immersi in soluzioni apposite per essere ammorbiditi, vengono poi macinati e trasformati in una sospensione diluita continuamente scremata. A questo punto l’amido viene separato tramite sedimentazione o centrifugazione e viene poi essiccato e polverizzato.
Il processo di estrazione dell’amido comporta una raffinazione del prodotto, fino ad ottenere un amido quasi puro, costituito cioè unicamente dalla parte polisaccaridica della cariosside del cereale più alcune tracce degli altri elementi che la costituiscono. Tra queste, è quindi presente, qualora l’amido derivi da frumento, il glutine.
La presenza di contaminazioni più o meno consistenti nell’amido da frumento che si trovava in commercio, ha portato il Ministero della Salute italiano a escludere per anni questo ingrediente dalla preparazione di prodotti senza glutine per celiaci.
L’amido di frumento è però anche un utilissimo ingrediente per i prodotti da forno, in quanto ne migliora notevolmente la palatabilità. Per questo motivo, i produttori di amido di frumento sono stati per anni sollecitati dai produttori di alimenti senza glutine a produrre un amido di frumento in cui la contaminazione da glutine fosse minima. Oggi, grazie a nuove tecnologie produttive, è disponibile sul mercato un amido di frumento cosiddetto “deglutinato” che permette la realizzazione di prodotti idonei al celiaco con contenuto in glutine inferiore ai 20 ppm.
È così possibile reperire, anche in Italia, prodotti etichettati “senza glutine” con amido di frumento o anche amido di frumento deglutinato tal quale. Ricordiamo, infine, che l’amido di frumento non deglutinato comunemente impiegato nella produzione di alimenti del libero commercio, resta un ingrediente non adatto ai celiaci. Riguardo gli amidi modificati, la specifica ‘modificato’ sta unicamente ad indicare processi produttivi di alterazione chimica e/o fisica dell’amido (posti in atto per migliorarne le proprietà reologiche) che non variano quantitativamente l’eventuale contenuto in glutine.
Pertanto, tutti gli amidi derivati da materie prime naturalmente prive di glutine (mais, patata, riso) sono idonei al consumatore celiaco se riportanti la dicitura “senza glutine” poiché, a causa della promiscuità di molti stabilimenti produttivi dell’industria alimentare, potrebbero essere a rischio di contaminazione. L’amido di grano, modificato o no, resta non idoneo al celiaco a meno che non si tratti di amido deglutinato. Ricordiamo che da anni la legge impone, per i prodotti contenenti amidi derivanti da frumento, di riportare chiaramente l’origine botanica in etichetta.
Amido di frumento e amidi modificati
L’amido di frumento contiene glutine?
E gli amidi modificati?
L’amido è un carboidrato (zucchero) complesso costituito da più molecole di glucosio; è presente nei cereali, legumi e tuberi. Nei cereali, costituisce gran parte della cariosside. L’amido in commercio si ricava soprattutto dal mais (maizena), dal frumento, dalla patata (fecola) e, più raramente, dal riso. L’amido di derivazione da cereali si ottiene dalla lavorazione dei chicchi. Questa lavorazione comporta varie fasi: i chicchi vengono immersi in soluzioni apposite per essere ammorbiditi, vengono poi macinati e trasformati in una sospensione diluita continuamente scremata. A questo punto l’amido viene separato tramite sedimentazione o centrifugazione e viene poi essiccato e polverizzato.
Il processo di estrazione dell’amido comporta una raffinazione del prodotto, fino ad ottenere un amido quasi puro, costituito cioè unicamente dalla parte polisaccaridica della cariosside del cereale più alcune tracce degli altri elementi che la costituiscono. Tra queste, è quindi presente, qualora l’amido derivi da frumento, il glutine.
La presenza di contaminazioni più o meno consistenti nell’amido da frumento che si trovava in commercio, ha portato il Ministero della Salute italiano a escludere per anni questo ingrediente dalla preparazione di prodotti senza glutine per celiaci.
L’amido di frumento è però anche un utilissimo ingrediente per i prodotti da forno, in quanto ne migliora notevolmente la palatabilità. Per questo motivo, i produttori di amido di frumento sono stati per anni sollecitati dai produttori di alimenti senza glutine a produrre un amido di frumento in cui la contaminazione da glutine fosse minima. Oggi, grazie a nuove tecnologie produttive, è disponibile sul mercato un amido di frumento cosiddetto “deglutinato” che permette la realizzazione di prodotti idonei al celiaco con contenuto in glutine inferiore ai 20 ppm.
È così possibile reperire, anche in Italia, prodotti etichettati “senza glutine” con amido di frumento o anche amido di frumento deglutinato tal quale. Ricordiamo, infine, che l’amido di frumento non deglutinato comunemente impiegato nella produzione di alimenti del libero commercio, resta un ingrediente non adatto ai celiaci. Riguardo gli amidi modificati, la specifica ‘modificato’ sta unicamente ad indicare processi produttivi di alterazione chimica e/o fisica dell’amido (posti in atto per migliorarne le proprietà reologiche) che non variano quantitativamente l’eventuale contenuto in glutine.
Pertanto, tutti gli amidi derivati da materie prime naturalmente prive di glutine (mais, patata, riso) sono idonei al consumatore celiaco se riportanti la dicitura “senza glutine” poiché, a causa della promiscuità di molti stabilimenti produttivi dell’industria alimentare, potrebbero essere a rischio di contaminazione. L’amido di grano, modificato o no, resta non idoneo al celiaco a meno che non si tratti di amido deglutinato. Ricordiamo che da anni la legge impone, per i prodotti contenenti amidi derivanti da frumento, di riportare chiaramente l’origine botanica in etichetta.
Avena
L’avena è alimento idoneo al consumo da parte delle persone celiache in completa remissione clinica e serologica di malattia e che stiano seguendo una dieta senza glutine che abbia escluso anche l’avena da almeno due anni. Tutti i prodotti a base di avena, purché etichettati “senza glutine”, possono essere presenti in una dieta senza glutine, in quanto sono garantiti anche dal rischio di contaminazione accidentale da glutine. Le persone celiache dovrebbero iniziare a consumare alimenti senza glutine a base di avena sotto controllo medico. Il medico potrà accertare l’eventuale sensibilità all’avena ed eventualmente sconsigliarne il consumo al singolo paziente. Unico alimento che resta al momento sconsigliato, per problematiche legate alla sua corretta etichettatura e reperibilità sul mercato italiano, è l’avena in chicchi. Per approfondimenti, leggi qui.
Avena
L’avena è alimento idoneo al consumo da parte delle persone celiache in completa remissione clinica e serologica di malattia e che stiano seguendo una dieta senza glutine che abbia escluso anche l’avena da almeno due anni. Tutti i prodotti a base di avena, purché etichettati “senza glutine”, possono essere presenti in una dieta senza glutine, in quanto sono garantiti anche dal rischio di contaminazione accidentale da glutine. Le persone celiache dovrebbero iniziare a consumare alimenti senza glutine a base di avena sotto controllo medico. Il medico potrà accertare l’eventuale sensibilità all’avena ed eventualmente sconsigliarne il consumo al singolo paziente. Unico alimento che resta al momento sconsigliato, per problematiche legate alla sua corretta etichettatura e reperibilità sul mercato italiano, è l’avena in chicchi. Per approfondimenti, leggi qui.
- Frumento (grano)
- Farro
- Orzo
- Segale
- Monococco
- Grano khorasan (di solito commercializzato come Kamut®)
- Spelta
- Triticale
- Avena in chicchi (destinata al consumatore finale)
- Farine, amidi, semole, semolini, creme e fiocchi dei cereali vietati
- Primi piatti preparati con i cereali vietati (paste, paste ripiene, gnocchi di patate, gnocchi alla romana, pizzoccheri, crêpes)
- Pane e prodotti sostitutivi da forno, dolci e salati, preparati con i cereali vietati (pancarrè, pangrattato, focaccia, pizza, piadine, panzerotti, grissini, crackers, fette biscottate, taralli, crostini, salatini, cracotte, biscotti, merendine, pasticcini, torte)
- Germe di grano
- Farine e derivati etnici: bulgur (boulgour o burghul), couscous (da cereali vietati), cracked grano, frik, greis, greunkern, seitan, tabulè
- Crusca dei cereali vietati
- Malto dei cereali vietati
- Prodotti per prima colazione a base di cereali vietati (soffiati, in fiocchi, muesli, porridge)
- Polenta taragna (se la farina di grano saraceno è miscelata con farina di grano)
Oli vegetali
Tutti gli oli vegetali sono senza glutine?
Anche quelli provenienti da cereali “vietati”?
Gli oli o grassi non disciolgono a nessun grado né l’acqua né i carboidrati né le proteine né i minerali, mentre disciolgono talune vitamine come la vitamina A e il tocoferolo (vitamina E).
Pertanto, anche quando si spreme un cereale o una sua parte, rimangono nella parte solida l’acqua, i carboidrati, le proteine e i minerali.
Nella parte olio non può essere presente nessuna delle sostanze menzionate, in nessun ordine di concentrazione.
Ciò vale a maggiore ragione quando vengono utilizzati, per l’estrazione della frazione grassa, i solventi.
Pertanto il glutine, che appartiene alle proteine, non può essere presente in nessuna concentrazione benché minima negli oli commerciali utilizzati a fini commestibili, anche in quelli di provenienza da cereali “vietati”.
Gli oli grezzi, che risultano dai processi di estrazione, sono poi ulteriormente elaborati mediante filtrazione e processi di raffinazione dove ripetuti trattamenti allontanano ogni minima traccia di componenti che non appartengano all’olio o alle vitamine.
In conclusione nessun olio può contenere, neppure in tracce, del glutine.
Grano Khorasan (di solito commercializzato come KAMUT®)
Il Kamut® è un cereale senza glutine? KAMUT® è un marchio registrato della società americana KAMUT International che designa una varietà di grano duro. Il KAMUT® è un cereale che contiene glutine e, come tale, è vietato per le persone affette da celiachia.
Zuccheri e dolcificanti
I dolcificanti sono permessi nella dieta senza glutine?
Oggi trovano molta diffusione zuccheri diversi dal comune zucchero da tavola (saccarosio).
Fra i più diffusi ricordiamo:
- il destrosio, ovvero glucosio prodotto a partire da amido dei cereali, principalmente dal mais. Non contiene glutine. Per maggiori approfondimenti clicca qui
- il fruttosio ovvero lo zucchero della frutta, anche questo non contiene glutine. Può essere indicato ai diabetici per la preparazione dei dolci in sostituzione dello zucchero.
In commercio sono anche presenti diversi tipi di dolcificanti composti da altri ingredienti e con nomi di fantasia; per il consumo di questi prodotti si consiglia di verificare la presenza della dicitura “senza glutine”. Un esempio sono i prodotti “a base di stevia” o definiti “stevia”, questi non sono puri ma addizionati di altri ingredienti. Questi prodotti sono considerati a rischio per il celiaco, e possono quindi essere consumati solo se riportanti in etichetta il claim "senza glutine". Viene invece considerata permessa al celiaco la stevia pura quindi se reperita in foglie intere, essiccate o polverizzate (ma senza l’aggiunta di altri ingredienti/coadiuvanti) oppure la stevia fresca (pianta).
Ricordiamo infine che AIC suggerisce sempre di attenersi preferibilmente alle disposizioni del medico curante e alle avvertenze riportate in etichetta per il consumo di questi specifici prodotti.
CARNE, PESCE E UOVA
- Tutti i tipi di carne, pesce, molluschi e crostacei tal quali (freschi o congelati) non miscelati con altri ingredienti (a esclusione di: sale, zucchero, solfiti, acido citrico, acido ascorbico, citrato di sodio, ascorbato di sodio e carbonati di sodio)
- Pesce conservato: al naturale, sott’olio, sott’aceto, sotto sale, affumicato, privo di additivi, aromi e altre sostanze (a esclusione di solfiti, acido citrico e acido ascorbico)
- Uova
- Uova (intere, tuorli o albumi) liquide pastorizzate prive di additivi, aromi e altre sostanze (non aromatizzate)
- Bresaola, Culatello, Lardo, Prosciutto crudo, Speck
Carne, pesce, molluschi e crostacei congelati
Questi alimenti se congelati sono a rischio di contenere glutine?
La materia prima di questi prodotti è naturalmente priva di glutine e le procedure di preparazione e conservazione, se questi alimenti sono tal quali o miscelati con gli ingredienti specificati in ABC(*), non comportano rischi di contaminazione accidentale.
Per una maggiore sicurezza alimentare, è sempre buona abitudine lavare i prodotti congelati prima di cucinarli, in modo da rimuovere ogni eventuale traccia superficiale.
(*)Rammentiamo che gli ingredienti permessi in questa categoria sono:
- Sale,
- Zucchero e Saccarosio,
- Solfiti (da E220 a E228; nel dettaglio: Anidride Solforosa E220, Solfito di Sodio E221, Solfito Acido di Sodio o Bisolfito di Sodio E222, Metabisolfito di Sodio E223, Metabisolfito di Potassio, E224, Solfito di Potassio E225, Solfito di Calcio E226, Bisolfito di Calcio o Solfito Acido di Calcio E227, Bisolfito di Potassio o Solfito Acido di Potassio E228),
- Acido ascorbico (E300),
- Acido citrico (E330),
- Ascorbato di sodio (E301),
- Citrato di sodio (E331),
- Carbonato di sodio (E500)
- Salumi e insaccati di carne suina, bovina o avicola (coppa, cotechino, mortadella, pancetta, prosciutto cotto, salame, salsiccia, würstel, zampone, affettati di pollo o tacchino, ecc.)
- Conserve di carne (es. carne in scatola, in gelatina)
- Hamburger
- Pesce conservato: al naturale, sott’olio, sott’aceto, sotto sale, affumicato, addizionato di altre sostanze (a esclusione di solfiti, acido citrico e acido ascorbico)
- Omogeneizzati di carne, pesce, prosciutto
- Piatti pronti o precotti a base di carne o pesce
- Uova (intere, tuorli o albumi) liquide pastorizzate aromatizzate
- Uova (intere, tuorli o albumi) in polvere
- Surimi
Salumi e insaccati
Salumi e insaccati sono alimenti permessi?
Esiste la possibilità che il glutine sia presente in molti salumi e insaccati (cotti, crudi, freschi e/o stagionati), apportato da additivi, coadiuvanti tecnologici, aromi o da contaminazioni accidentali; è quindi necessario avere garanzie dal fornitore.
L’AIC consiglia il consumo di salumi o insaccati che riportino sulla confezione la dicitura “senza glutine” ad eccezione dei salumi considerati sempre permessi al celiaco quali: Bresaola, Culatello, Lardo, Prosciutto Crudo, Speck.
Ricordiamo ancora una volta che il Prosciutto Crudo, cui va però accuratamente tolta la sugna, cioè quell’impasto bianco-giallo presente dove non c’è cotenna, si conferma essere un salume senza rischi per il celiaco.
La sugna è infatti normalmente costituita da grasso, sale e farina (nel 75% dei casi di riso). Essa è asportata del tutto prima di affettare il prodotto e inoltre, anche qualora la farina fosse di frumento, non sussistono possibilità di penetrazione o di migrazione di glutine nella parte commestibile del prosciutto.
L’affettatura di salumi e insaccati è sicura?
In merito alla vendita a banco, nella GDO e nei negozi di generi alimentari in generale, di salumi e insaccati previa affettatura, AIC esclude rischi di tossicità per contaminazione dal contatto con affettatrici destinate ad uso promiscuo rispetto a salumi non riportanti il claim “senza glutine” in etichetta.
Ricordiamo che particolare attenzione va invece posta qualora il negoziante vicino alla macchina affettatrice dovesse manipolare pane per la sola vendita o per la preparazione di “panini imbottiti”, o ancora, siano presenti piatti pronti al consumo nei reparti di salumeria/gastronomia.
Surimi
Il surimi è un alimento permesso?
Il surimi è una preparazione a base di proteine di pesce. È composto essenzialmente da polpa di merluzzo e amido; è confezionato in cilindretti colorati arancioni e bianchi, formati da vari strati di sfoglia di polpa di pesce arrotolata e tenuta insieme da addensanti.
Lo si può trovare in commercio surgelato, in salamoia oppure sott’olio.
Fino al 2011, l’AIC considerava questo alimento un prodotto vietato per l’alimentazione del celiaco, in quanto la sua ingredientistica era costituita essenzialmente da polpa di merluzzo e amido di frumento.
Da qualche anno, però, l’industria alimentare ha sviluppato ricette alternative a quella classica, “vietata”, in modo da offrire anche al consumatore celiaco un prodotto idoneo alla propria dieta. Possiamo quindi annoverare il surimi tra i prodotti “a rischio”.
Il surimi consigliato dall’AIC è quello che riporta sulla confezione la dicitura “senza glutine” (ai sensi del Regolamento UE 828/2014).
- Carne o pesce impanati (cotoletta, bastoncini, frittura di pesce, ecc.) o infarinati o miscelati con pangrattato (hamburger, polpette, ecc.) o cucinati in sughi e salse addensate con farine vietate
LATTE, LATTICINI, FORMAGGI E SOSTITUTIVI VEGETALI
- Latte: fresco (pastorizzato), a lunga conservazione (UHT, sterilizzato), delattosato o ad alta digeribilità, non addizionato di aromi o altre sostanze (ad eccezione di vitamine e/o minerali)
- Latte in polvere non addizionato di altri ingredienti
- Latte per la prima infanzia (0-12 mesi)
- Latte fermentato, probiotici (contenenti unicamente latte/yogurt, zucchero e fermenti lattici)
- Formaggi freschi e stagionati anche se delattosati e/o light
- Formaggi Parmigiano Reggiano DOP e Grana Padano DOP grattugiati
- Yogurt naturale (magro o intero) anche se delattosato
- Yogurt bianco cremoso senza aggiunta di addensanti, aromi o altre sostanze (contenenti unicamente yogurt, zucchero e fermenti lattici)
- Yogurt greco (contenente unicamente latte, crema di latte e fermenti lattici) non addizionato di aromi o altre sostanze
- Panna: fresca (pastorizzata) e a lunga conservazione (UHT) anche se delattosata, non miscelata con altri ingredienti, a esclusione di carragenina (E 407)
Latte delattosato o addizionato di vitamine e minerali
Il latte, se delattosato o addizionato di vitamine e minerali, rimane comunque un alimento permesso?
La circolare del 15 marzo 2010 del Ministero della Salute, dipartimento per la Sanità pubblica veterinaria, la nutrizione e la sicurezza degli alimenti – direzione generale della Sicurezza degli alimenti e della nutrizione, recita: «I’inammissibilità della dizione «senza zucchero (saccarosio)» nell’etichettatura e nella pubblicità degli alimenti e della dichiarazione «senza glutine» per il latte delattosato o addizionato di vitamine e minerali, ha chiarito che la sola delattosazione o la sola aggiunta di vitamine e minerali non modificano la natura del latte in relazione alla possibilità di impiegare la dizione «senza glutine» con l’etichettatura».
Pertanto, il claim «senza glutine» non è ammesso in questo genere di prodotti, che possono essere ritenuti sempre sicuri per il celiaco.
È da considerarsi invece a rischio il latte addizionato/arricchito con fibre, cacao, aromi o altre sostanze (a eccezione di vitamine e/o minerali).
Latte per la prima infanzia e di crescita
Il latte per la prima infanzia e di crescita sono entrambi permessi?
Nel latte per la prima infanzia (0-6 mesi e 6-12 mesi) è vietato per legge l’impiego di ingredienti contenenti glutine. È considerato un alimento «permesso».
Il latte di crescita (1-3 anni), invece, deve riportare obbligatoriamente in etichetta l’eventuale presenza di glutine. Pertanto, è considerato un alimento «a rischio» e se ne consiglia il consumo solo se riportante in etichetta la dicitura «senza glutine».
Formaggi idonei per celiaci
Quali sono i formaggi idonei ai celiaci?
Lo studio commissionato da AIC qualche anno fa al Dipartimento di Scienze Molecolari Agroalimentari (DISMA) della Facoltà di Agraria dell’Università di Milano aveva già indicato la categoria dei formaggi tradizionali come idonea ai celiaci.
Le conoscenze ad oggi in nostro possesso confermano che tecniche e tecnologie abitualmente adottate per la produzione dei formaggi non comportano l’uso di ingredienti contenenti glutine.
Premesso ciò possiamo confermare che ad oggi sono da considerarsi idonei al celiaco i formaggi tradizionali costituiti da latte, sale, caglio, fermenti ed eventuali coadiuvanti tecnologici/additivi consentiti dalla norma comunitaria (Reg. CE n.1333/2008 All.II Parte D: es. acido citrico E330 nelle mozzarelle, caroteni E160 nei formaggi stagionati arancioni, gialli e di colore biancastro):
- Molli e latticini (ad esempio, fiocchi di latte, ricotta, mascarpone, caprino, tomino, mozzarella, cottage cheese, crescenza, feta).
- Semiduri (ad esempio, montasio, fontal, caciocavallo, fontina).
- Duri (ad esempio, grana padano, parmigiano reggiano, provolone, emmental, cheddar).
- A crosta fiorita (ad esempio, camembert, brie, taleggio).
- Erborinati (ad esempio, gorgonzola, stilton).
Ricordiamo che questi formaggi acquistati già a fette sono comunque idonei al celiaco poiché il processo di affettatura non comporta un rischio significativo di possibile contaminazione da glutine. Per quanto detto, quindi, il formaggio tradizionale si considera sempre idoneo al consumo delle persone celiache. Oltre al formaggio tradizionale, esistono altre tipologie di prodotti caseari reperibili sul mercato:
- Formaggi delattosati: se si tratta di formaggi tradizionali sono sempre permessi al celiaco poiché il processo di delattosazione non modifica la natura del formaggio e non comporta rischi di possibile contaminazione da glutine sul prodotto finito;
- Formaggi spalmabili: i formaggi tradizionali molli e quindi spalmabili (ad esempio, crescenza, stracchino, robiola) sono idonei al celiaco, invece si considerano a rischio tutti quei formaggi spalmabili costituiti oltre che da latte, caglio, fermenti e sale anche da altri formaggi, burro, sali di fusione, correttori di acidità (es. acido lattico, carbonati), addensanti, gelificanti, aromi, ecc.;
- Formaggi light: al pari dei formaggi freschi o stagionati tradizionali consentiti, anche i formaggi light con ingredientistica paragonabile non rappresentano alcun problema per i consumatori celiaci, in quanto la loro produzione prevede l’utilizzo di latte con un contenuto di grassi minore (parzialmente scremato o scremato). Si considerano invece “a rischio” tutti i formaggi light con aggiunta di addensanti, aromi o altre sostanze.
- Formaggi a fette fusi (fettine) e formaggini: sono prodotti considerati sempre “a rischio” per il celiaco poiché costituiti da latte, caglio, fermenti, sale, burro, sali di fusione, correttori di acidità (es. acido lattico, carbonati), addensanti, gelificanti, aromi, ecc.;
- Formaggi grattugiati: il Parmigiano Reggiano DOP e il Grana Padano DOP grattugiati sono prodotti permessi al celiaco. Si considerano “a rischio” tutti gli altri formaggi grattugiati e i mix di formaggi grattugiati che sono ritenuti idonei se riportanti la dicitura “senza glutine” in etichetta;
- Formaggi vegetali: sono sempre considerati a rischio e pertanto se ne consiglia il consumo se riportanti in etichetta la dicitura “senza glutine”.
- Panna: a lunga conservazione (UHT) condita (ai funghi, al salmone, ecc.), montata, spray, vegetale
- Yogurt alla frutta, “al gusto di…”, cremosi
- Yogurt bianco cremoso con aggiunta di addensanti, aromi o altre sostanze
- Yogurt greco con aggiunta di addensanti, aromi o altre sostanze
- Yogurt di soia, riso
- Formaggi fusi, fusi a fette, formaggini, vegetali (es. tofu)
- Formaggi light con aggiunta di addensanti, aromi o altre sostanze
- Formaggi spalmabili con aggiunta di addensanti, aromi o altre sostanze
- Fiocchi di latte con aggiunta di addensanti, aromi o altre sostanze
- Formaggio grattugiato o mix di formaggi grattugiati ad esclusione di Grana Padano DOP e Parmigiano Reggiano DOP
- Creme, budini, dessert, panna cotta a base di latte, soia, riso
- Latte in polvere addizionato di altri ingredienti
- Latte condensato
- Latte addizionato/arricchito con fibre, cacao, aromi o altre sostanze (ad eccezione di vitamine e/o minerali)
- Latte di crescita (1-3 anni)
- Latte fermentato, probiotici con aggiunta di addensanti, aromi o altre sostanze
- Bevande a base di latte, soia, riso, mandorle, cocco, ecc…
- Bevande a base di avena
- Omogeneizzati di formaggio
- Piatti pronti a base di formaggio impanati con farine vietate
- Yogurt al malto, ai cereali, ai biscotti
- Latte ai cereali, ai biscotti
VERDURA E LEGUMI
- Tutti i tipi di verdura tal quale (fresca, essiccata, congelata, surgelata, liofilizzata)
- Verdure, olive, funghi conservati (in salamoia, sott’aceto, sott’olio, sotto sale) se costituiti unicamente da: acqua, sale, olio, aceto, zucchero, solfiti, succo di limone, acido ascorbico, acido citrico, spezie e piante aromatiche
- Verdure cotte al vapore/lessate anche se addizionate di sale, acido ascorbico, acido citrico e succo di limone
- Funghi freschi, secchi, surgelati tal quali
- Tutti i legumi tal quali (freschi, surgelati, secchi e in scatola) o costituiti unicamente da acqua, sale, zucchero, anidride solforosa, acido ascorbico, acido citrico, succo di limone, concentrato di pomodoro: carrube, ceci, cicerchia, fagioli, fave, lenticchie, lupini, piselli, soia
- Preparati per minestrone (surgelati, freschi, secchi) costituiti unicamente da ortaggi (verdure, legumi, patate)
Legumi
I legumi secchi sono a rischio di contaminazione da glutine?
I legumi sono alimenti naturalmente privi di glutine. Durante la produzione ed il confezionamento di questo genere di prodotti, è però possibile, anche se raramente, che avvenga una contaminazione con grani di cereali contenenti glutine, come ad esempio chicchi di orzo.
Questo fatto non deve destare reale preoccupazione nel celiaco in quanto la vagliatura visiva, comunque consigliata a tutti i consumatori, è sufficiente a verificare l’assenza di corpi estranei (semi o grani differenti rispetto al legume, impurità, piccoli frammenti di pietra, ecc.). Trattandosi di semi/grani interi, non è possibile una contaminazione diretta da glutine dei legumi (il glutine si trova nella parte più interna del chicco di cereale) e dato che la loro tossicità si esplicherebbe solamente nel momento in cui venissero ingeriti, vanno semplicemente eliminati.
Per questo motivo, l’ispezione visiva, l’eliminazione di eventuali grani estranei e un successivo risciacquo garantiscono ampiamente il celiaco.
- Preparati per minestrone costituiti da ortaggi e altri ingredienti
- Passate di verdura
- Zuppe e minestre con cereali permessi
- Mix di legumi, mix di legumi e cereali permessi
- Piatti pronti a base di verdura surgelata precotta (es. verdure e formaggio)
- Patate surgelate prefritte, precotte
- Patatine confezionate in sacchetto (snack)
- Purè pronto, istantaneo o surgelato
- Fiocchi di patate
- Verdure conservate, cotte al vapore/lessate miscelate con altri ingredienti
- Verdure grigliate (in salamoia, sott’olio, surgelate)
- Omogeneizzati di verdure
- Verdure (minestroni, zuppe, ecc.) con cereali vietati
- Verdure impanate, infarinate, in pastella con ingredienti vietati
FRUTTA
- Tutti i tipi di frutta tal quale (fresca e surgelata)
- Tutti i tipi di frutta secca con e senza guscio (tostata, salata anche se addizionata di olii vegetali)
- Frutta disidratata, essiccata non infarinata anche se addizionata di zucchero, sciroppo di glucosio o di glucosio-fruttosio, miele, olii vegetali, solfiti, acido citrico e acido ascorbico (datteri, fichi, prugne secche, uva sultanina, ecc.)
- Frutta sciroppata anche se addizionata di acido citrico, acido ascorbico, succo, zucchero, sciroppo di glucosio o di glucosio-fruttosio
- Frullati, mousse e passate di frutta costituiti unicamente da frutta, zucchero, acido ascorbico (E300 o vitamina C) e acido citrico (E330)
- Frutta disidratata, essiccata non infarinata addizionata di altri ingredienti
- Frutta candita, caramellata, glassata
- Frullati, mousse e passate di frutta miscelati con altri ingredienti
- Omogeneizzati di frutta
- Farina e granella di frutta secca (cocco, mandorle, nocciole, castagne, ecc.)
- Frutta disidratata infarinata (fichi secchi, ecc.)
BEVANDE E PREPARATI PER BEVANDE
Bevande analcoliche gassate/frizzanti (sode) quali gassosa, acqua tonica, cola, chinotto, aranciata ecc. comprese le varianti a ridotto o nullo contenuto calorico (es. “light” e “zero”)
Nettari, succhi di frutta e bevande alla frutta non addizionati di vitamine o altre sostanze (conservanti, aromi, coloranti, ecc.), a esclusione di: acido ascorbico (E300 o vitamina C), acido citrico (E330), zucchero, fruttosio, sciroppo di glucosio o di glucosio-fruttosio
- Bevande a base di latte, soia, riso, mandorle, cocco, ecc…
- Bevande a base di avena
- Bevande al gusto di caffè al ginseng
- Frappè (miscele già pronte, in polvere)
- Integratori salini (liquidi / in polvere)
- Acqua aromatizzata, addizionata di sali minerali e/o vitamine
- Nettari, succhi di frutta e bevande addizionati di vitamine o altre sostanze
- Preparati per bevande al cioccolato/cacao, cappuccino
- Sciroppi per bibite e granite
- Effervescenti per bevande
CAFFÈ, TÈ, TISANE
- Caffè, caffè decaffeinato, caffè in cialde e in capsule
- Tè, tè deteinato, camomilla, tisane (sfusi, in filtro, bustina) costituiti da erbe, frutta e aromi e olii essenziali
Cialde per caffè e bevande calde
Le cialde per caffè e bevande calde sono idonee?
Le cialde sono idonee se sono di puro caffè e non miscelate con altre sostanze.
Le verifiche effettuate attraverso contatti con l’Associazione Italiana Industrie Prodotti Alimentari (AIIPA) hanno segnalato che le cialde esterne sono composte da cellulosa e resina poliammidica, che non contengono glutine. Le cialde per tutte le altre bevande calde sono invece a rischio.
Per quanto riguarda le bevande calde erogate dai distributori automatici, devono essere valutati non solo i preparati solubili da cui queste vengono costituite, ma anche la struttura del distributore, che deve evitare qualsiasi contaminazione accidentale interna tra diverse bevande. Per vedere quali aziende vending aderiscono al programma AFC, clicca qui.
- Caffè al ginseng, bevande al gusto di caffè al ginseng
- Caffè solubili
- Cialde per bevande calde
- Tè, camomilla, tisane (liquidi, solubili e preparati in polvere)
- Tè, tè deteinato, tisane (sfusi, in filtro, bustina) costituiti da erbe, frutta e aromi addizionati di altri ingredienti (es. cioccolato, meringa, caramello)
- Caffè solubile, surrogati del caffè, bevande e preparati a base di cereali vietati (es. orzo) ad esclusione di quelli con dicitura senza glutine
ALCOLICI
- Vino, spumante anche se addizionato di solfiti
- Distillati (cognac, gin, grappa, rhum, tequila, whisky, vodka) non addizionati di aromi o altre sostanze
Bevande alcoliche
Le bevande alcoliche possono presentare rischi?
Per poter rispondere a questa domanda bisogna distinguere le diverse tipologie di bevande alcoliche, per cui AIC suggerisce comunque un consumo moderato.
L’alcol è una sostanza estranea all’organismo, non utile e non essenziale, con un alto potere calorico, oltre ad essere tossico e potenzialmente cancerogeno. Agisce sulle funzioni psichiche e può creare dipendenza e portare squilibri nutritivi. Purtroppo, non essendo quantificabili le dosi di alcol non dannose per la salute, non si può parlare di consumi “sicuri”, né “raccomandabili”, ma di consumi controllati (indicativamente al giorno 1 bicchiere per la donna e 2 bicchieri per l’uomo) da limitare preferibilmente a pasto.
Vino
Il vino, in tutte le tipologie (ad esempio, bianco, rosso, rosé, fermo, frizzante, ecc.), anche se addizionato di solfiti, è considerato sempre permesso per il consumatore celiaco.
Spumante
Lo spumante è un vino speciale perché arricchito di anidride carbonica. Si suddivide in: naturale, nel quale l’anidride carbonica deriva dalla rifermentazione del vino, e artificiale, nel quale è prevista l’aggiunta diretta di gas.
Gli spumanti naturali si possono ottenere con due metodi differenti: Champenois e Charmat.
Nel primo metodo, il vino viene addizionato di sciroppo e di lieviti selezionati appartenenti al genere Saccharomyces. Saccharomyces cerevisae è infatti il classico lievito della fermentazione vinaria. Questo lievito viene fatto crescere su melasso e quindi non rappresenta un problema per i consumatori celiaci in quanto la crescita su idrolizzati di frumento è da escludere poiché pratica troppo costosa.
La medesima aggiunta di colture di lieviti selezionati viene effettuata anche quando si vogliono “correggere” eventuali difetti del vino. Ad esempio, quando il vino non ha raggiunto la gradazione alcolica desiderata si attua il processo di “rifermentazione”, che consiste nel rifermentare il vino in presenza di vinaccia fresca, se il trattamento si fa nel periodo di vendemmia, oppure con l’aggiunta di colture di lieviti. Molti dei vini che comunemente si consumano sono sottoposti a questo tipo di correzione. Quindi nessuna preoccupazione per lo spumante.
L’alcool etilico
L’alcool etilico (o alcool buongusto) è ottenuto mediante distillazione, previa fermentazione alcolica di alcune materie prime, quali: melasse, vinacce, mosti e cereali. A partire dall’alcool etilico è possibile preparare acquaviti e bevande liquorose che derivano da miscugli di alcool con estratti o essenze di piante aromatiche (amari, digestivi, liquori dolci e secchi).
L’alcool etilico tal quale è permesso.
Distillati
I distillati o acquaviti sono ottenuti tramite distillazione: assenzio, brandy, cachaça, calvados, cognac, gin, grappa, rum, tequila, vodka, whisky, ecc.
Questa categoria è libera se il distillato è puro (tal quale) senza aggiunta di aromi, coloranti o altri additivi. Quindi, facendo un esempio: la vodka è libera, ma la vodka alla pesca è a rischio. Non sempre la presenza di altre sostanze si rende evidente dalla semplice lettura del nome del prodotto, come in questo caso, pertanto si consiglia di leggere attentamente l’etichetta prima di consumare un distillato.
Ovviamente, un prodotto “derivato” da distillato e contenente anche altri ingredienti (es. prodotti “a base di …”) ricadrebbe ugualmente tra le bevande alcoliche a rischio e può essere consumato solo se riporta la dicitura “senza glutine” in etichetta.
Whisky, vodka e gin
I risultati di studi promossi dall’EFSA (l’Autorità Europea per la Sicurezza degli Alimenti) e finalizzati alla ricerca dell’eventuale presenza di tracce di glutine nei distillati da cereali vietati hanno confermato l’assenza di glutine in queste bevande. Il processo produttivo tramite distillazione, infatti, è tale per cui il prodotto finito non può contenere glutine né esserne contaminato.
Liquori
I liquori sono ottenuti con trasformazione a freddo (macerazione, infusione, ecc.) partendo dall’alcol etilico o da altri liquidi alcolici, mescolati con sciroppo di zucchero ed aromatizzati, chiarificati, colorati, ecc.
Questa categoria è considerata ”a rischio”. Pertanto possono essere consumati con tranquillità solo quei liquori riportanti la dicitura “senza glutine” in etichetta o che sono prodotti artigianalmente in casa e di cui pertanto si possono controllare il processo produttivo e gli ingredienti utilizzati.
Birra
La birra ottenuta dalla fermentazione di cereali permessi si considera un prodotto “a rischio” per il consumatore celiaco, pertanto è idonea se riportante in etichetta la dicitura “senza glutine”.
Da qualche tempo, sono disponibili sul mercato birre da malto d’orzo e/o frumento e sono reperibili presso esercizi della ristorazione bevande a base d’orzo, garantite “senza glutine”.
Sul documento Le “contaminazioni” nella dieta senza glutine, frutto della collaborazione del Board del Comitato Scientifico AIC con lo staff tecnico dell’Associazione, al punto n.8 è riportato:
[…]8. Per i prodotti appositamente formulati per celiaci a base di uno o più ingredienti ricavati da frumento, segale, orzo, o da loro varietà incrociate, lavorati chimicamente o fisicamente per ridurre il loro contenuto di glutine al di sotto dei 20 mg/kg (es. caffè d’orzo, birra da malto d’orzo “senza glutine”), etichettati “senza glutine”, si suggerisce un consumo moderato/saltuario, considerando che contengono un residuo fisso di glutine (a differenza dei prodotti da materie prime senza glutine, dove il limite dei 20 ppm è inserito per regolare eventuali contaminazioni accidentali, saltuarie e non continuative). Fanno esclusione i prodotti a base di amido di frumento che, pur derivando dal frumento, non prevede processi di vera e propria “deglutinazione” ma semplicemente una attenta separazione meccanica dell’amido dalle altre componenti del chicco. […]
- Bevande alcoliche addizionate con aromi o altre sostanze (es. liquori, distillati addizionati con altre sostanze)
- Birre da cereali permessi
- Sidro
- Birre da malto d’orzo e/o di frumento ad esclusione di quelle con dicitura senza glutine
Birra e bevande a base di orzo o frumento
Birra e bevande a base di orzo o frumento, dichiarate “senza glutine”, sono sicure per i celiaci?
Da qualche tempo, sono disponibili sul mercato birre da malto d’orzo e/o frumento e sono reperibili presso esercizi della ristorazione bevande a base d’orzo, garantite “senza glutine”.
Sul documento Le “contaminazioni” nella dieta senza glutine, frutto della collaborazione del Board del Comitato Scientifico AIC con lo staff tecnico dell’Associazione, al punto n.8 è riportato:
[…]
8. Per i prodotti appositamente formulati per celiaci a base di uno o più ingredienti ricavati da frumento, segale, orzo, o da loro varietà incrociate, lavorati chimicamente o fisicamente per ridurre il loro contenuto di glutine al di sotto dei 20 mg/kg (es. caffè d’orzo, birra da malto d’orzo “senza glutine”), etichettati “senza glutine”, si suggerisce un consumo moderato/saltuario, considerando che contengono un residuo fisso di glutine (a differenza dei prodotti da materie prime senza glutine, dove il limite dei 20 ppm è inserito per regolare eventuali contaminazioni accidentali, saltuarie e non continuative). Fanno esclusione i prodotti a base di amido di frumento che, pur derivando dal frumento, non prevede processi di vera e propria “deglutinazione” ma semplicemente una attenta separazione meccanica dell’amido dalle altre componenti del chicco. […]
DOLCIUMI
- Miele, zucchero (bianco, di canna, in granella)
- Marmellate, confetture, gelatine spalmabili, composte di frutta, creme di marroni
- Radice di liquirizia grezza
- Maltodestrine e sciroppi di glucosio, incluso il destrosio anche di derivazione da cereali vietati
- Fruttosio puro, stevia (anche in polvere senza
l’aggiunta di altri ingredienti) - Sciroppo di: agave, acero, riso, ecc…
Maltodestrine e sciroppo di glucosio
Lo sciroppo di glucosio da frumento è un ingrediente idoneo per i prodotti senza glutine?
Lo sciroppo di glucosio e le maltodestrine derivano dall’amido. L’amido è un carboidrato (zucchero) complesso costituito da più molecole di glucosio; è presente nei cereali, legumi e tuberi.
L’amido in commercio si ricava soprattutto dal mais (maizena), dal frumento, dalla patata (fecola) più raramente dal riso; l’amido di frumento non è idoneo ai celiaci perché ha un contenuto in glutine >20 ppm.
L’amido (di qualsiasi origine botanica) può essere sottoposto ad una serie di lavorazioni industriali (idrolisi acida, enzimatica, filtrazione, ecc.) per ottenere zuccheri più semplici: maltodestrine, maltosio, destrosio, sciroppo di glucosio, ecc.. Questi zuccheri rientrano nella composizione di molti alimenti, dalle bevande ai gelati.Ricordiamo che l’EFSA (l’Autorità Europea per la Sicurezza degli Alimenti) ha stabilito che i processi produttivi di:
-maltodestrine e
-sciroppi di glucosio (incluso il destrosio),
anche qualora l’amido di partenza derivi da un cereale contenente glutine (frumento, orzo), sono tali da comportare una eventuale presenza di glutine nel prodotto finito minima, ben al di sotto dei 20 ppm. Le maltodestrine e gli sciroppi di glucosio (compreso il destrosio), da orzo o frumento, non apportano glutine nei prodotti alimentari in cui vengono utilizzati e possono essere impiegati liberamente come ingredienti nei prodotti idonei al celiaco. La Direttiva 2007/68/CE “Direttiva 2007/68/Ce Della Commissione del 27 novembre 2007 che aveva modificato l’allegato III bis della direttiva 2000/13/CE del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto concerne l’inclusione di alcuni ingredienti alimentari” ora sostituita dal Regolamento (UE) n. 1169/2011 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 25 ottobre 2011relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori ha definitivamente stabilito che queste sostanze non sono tossiche nemmeno per i soggetti allergici e quindi, anche qualora derivino da frumento o orzo, non è obbligatorio riportarne l’origine botanica in etichetta.
- Cacao in polvere
- Caramelle, canditi, confetti, gelatine, chewing-gum
- Cioccolato (con e senza ripieno), creme spalmabili
- Decorazioni per dolci (praline, codette, coloranti alimentari)
- Dolcificanti: sorbitolo, maltitolo, mannitolo, isomalto, xilitolo,
eritritolo, a base di stevia, aspartame, saccarina, ecc… - Gelati industriali o artigianali, semilavorati per gelati casalinghi/gelateria
- Marrons glacés
- Pasta di zucchero, marzapane
- Preparazioni a base di frutta
- Torrone, croccante
- Zucchero a velo, aromatizzato
Marmellate, confetture, gelatine spalmabili, composte di frutta, creme di marroni
Questi prodotti sono stati ritenuti liberi da parte del Ministero della Salute e da Unionfood, l’associazione di categoria dei produttori, coinvolta direttamente nelle valutazioni circa la sicurezza per i celiaci di tali prodotti. Ricordiamo che esistono sul mercato preparazioni a base di frutta che appaiono negli stessi scaffali e del tutto simili ai prodotti elencati. Tali “preparazioni” non hanno in realtà una disciplina normativa specifica, a differenza di marmellate, confetture e gelatine spalmabili, e pertanto l’assenza di glutine non può essere considerata scontata, dato che vi possono essere aggiunti gli ingredienti più disparati. Sarà quindi importante, in fase di acquisto, verificare la etichetta del prodotto: se riporta “marmellata”, “confettura”, “gelatina” o "composta" come denominazione legale (di solito apposta sopra l’elenco ingredienti), allora è sicura per il celiaco. Diversamente, suggeriamo di verificare sempre la presenza della dicitura “senza glutine” in etichetta.
Attenzione! Specifichiamo che con “gelatine” non si intendono specifiche tipologie di caramelle gommose, né gelatine alimentari usate come addensanti, bensì preparazioni a base di frutta spalmabili simili alle marmellate e confetture che riportano appunto in etichetta il termine “gelatina”.
- Cioccolato con cereali vietati
- Torte, biscotti e dolci preparati con farine vietate e/o ingredienti non idonei
GRASSI, SPEZIE, CONDIMENTI E VARIE
- Burro, burro delattosato, burro chiarificato, strutto, burro di cacao
- Olii vegetali
- Aceto di vino (non aromatizzato)
- Aceto Balsamico Tradizionale DOP: di Modena, di Reggio Emilia; Aceto Balsamico di Modena IGP
- Aceto di mele
- Condimenti Balsamici non DOP e non IGP
se costituiti solo da mosto d’uva cotto, aceto di vino e solfiti - Lievito (di birra): fresco, liofilizzato, secco
- Bicarbonato di sodio, ammoniaca per dolci, cremor tartaro tal quali
- Estratto di lievito
- Agar-Agar in foglie
- Pappa reale, polline
- Passata di pomodoro, pomodori pelati, polpa di pomodoro e concentrato di pomodoro non miscelati con altri ingredienti ad esclusione di acido ascorbico (E300 o vitamina C) e acido citrico (E330), succo di pomodoro, zucchero, sale
- Pepe, sale, zafferano
- Spezie ed erbe aromatiche tal quali anche se addizionate di sale
- Curry costituito esclusivamente da spezie e piante aromatiche
- Succo di limone non addizionato di altri ingredienti (a esclusione di metabisolfiti e olio essenziale)
- Semi (canapa, chia, girasole, lino, sesamo, zucca, ecc.) tal quali o tostati e salati non addizionati di altri ingredienti
Aceto Balsamico
L’aceto balsamico è da considerare a rischio?
Nella preparazione degli aceti aromatizzati e dei condimenti balsamici è previsto il possibile utilizzo di sostanze complesse (additivi, aromi, coadiuvanti, coloranti), la cui composizione e conseguente eventuale idoneità al celiaco richiedono valutazioni specifiche: pertanto l’idoneità al consumo dovrà essere accertata.
Questo non vale per:
- Condimenti Balsamici non DOP e non IGP se costituiti solo da mosto d’uva cotto, aceto di vino e solfiti che sono da considerarsi "permessi" ai celiaci
- Aceto balsamico tradizionale DOP di Modena, aceto balsamico tradizionale DOP di Reggio Emilia e aceto balsamico di Modena IGP. Affinché un prodotto sia DOP o IGP, non solo le fasi di produzione, trasformazione ed elaborazione devono avvenire in un’area geografica delimitata, ma il produttore deve attenersi a rigide regole stabilite nel disciplinare di produzione; il rispetto di tali regole è garantito da uno specifico organismo di controllo.
L’AIC ha analizzato i disciplinari di produzione di queste tipologie di prodotto rilevando che né per ingredientistica né per processo produttivo sussiste il rischio di presenza o di contaminazioni accidentali da glutine.
Pertanto, l’aceto balsamico tradizionale DOP di Modena, l’aceto balsamico tradizionale DOP di Reggio Emilia, l’aceto balsamico di Modena IGP e i condimenti balsamici non DOP e non IGP se costituiti solo da mosto d’uva cotto, aceto di vino e solfiti possono essere consumati con tranquillità dai celiaci.
Agar Agar
L’Agar-Agar contiene glutine?
L’Agar-Agar è un agente addensante e stabilizzante, di origine naturale, prodotto da diverse alghe appartenenti alla famiglia delle Rhodophyceae (Gelidium amansii, Gelidium cartilagineum) presenti in USA e Giappone. L’Agar-Agar è classificato nella lista europea degli additivi alimentari con la sigla E406.
Una volta polverizzato, l’Agar Agar può essere aggiunto alla preparazione fluida che si intende addensare. L’Agar-Agar in polvere o in barrette è a rischio, mentre quello in foglie può essere utilizzato liberamente.
Lievito di birra, chimico e madre
Il lievito di birra è consentito?
Gli agenti lievitanti in bustina sono permessi ai celiaci?
I celiaci possono usare il lievito madre nelle loro preparazioni?
Lievito di birra
Il lievito fresco, secco o liofilizzato viene anche chiamato “lievito di birra”. Con il termine “lievito di birra”, ovvero lievito industriale compresso, si intende quello impiegato nella panificazione, venduto in panetti e costituito da colture selezionate di lieviti appartenenti alla specie Saccaromyces cerevisiae.
Il termine “birra” non deve trarre in inganno il consumatore celiaco, perché oggi il lievito non è più ottenuto utilizzando sottoprodotti della lavorazione della birra (come substrati colturali), ma è costituito unicamente dalla sopra indicata specie di lieviti.
Dunque, non sussiste pericolo di presenza di glutine nel “lievito di birra” (fresco, secco o liofilizzato).
Lievito di birra fresco liquido
Va posta particolare attenzione al lievito fresco liquido, poiché non si tratta di lievito puro, ma di una preparazione multingrediente. Va quindi considerato “a rischio” per il consumatore celiaco e idoneo se riportante la dicitura “senza glutine” in etichetta.
Lievito chimico
Il “lievito chimico” (o “agenti lievitanti”) è una polvere lievitante utilizzata a livello casalingo e per la produzione industriale di pane in cassetta, biscotti ed altri prodotti dolciari. Esso è costituito da bicarbonato, da una sostanza acida ed eventualmente da amido e/o fecola. Viene pertanto considerato “a rischio” e idoneo se riportante la dicitura “senza glutine” in etichetta.
Lievito madre
Il “lievito madre” o “lievito acido” (così detto perché conferisce un sapore acidulo all’impasto) è costituito da un impasto di acqua e farina, che è lasciato per qualche tempo all’aria, in modo da arricchirsi dei lieviti presenti nell’ambiente. La tradizione vuole che il fornaio lasci ogni giorno un pezzo di pasta di pane per farne nuovo pane il giorno seguente.
È evidente che questo prodotto non è idoneo ai celiaci, ma è altrettanto importante sapere che è un prodotto destinato alla panificazione ed all’industria dolciaria “tradizionale”, ambiti che in ogni caso non producono alimenti idonei ai celiaci.
Precisiamo che, se l’impasto di “acqua e farina” lasciato all’aria per arricchirsi dei microrganismi presenti nell’ambiente è senza glutine, è possibile ottenere un lievito che può essere chiamato “madre” ma che è “gluten free”.
Qualora quindi, tra gli ingredienti di prodotti sostitutivi senza glutine correttamente etichettati (claim “senza glutine” in etichetta ai sensi del Reg. 828/2014) sia presente “lievito madre”, tale lievito va inteso come “gluten free”, mentre il “lievito madre” impiegato nella produzione di alimenti tradizionali, resta un ingrediente tossico per i celiaci.
- Aceto aromatizzato, condimenti balsamici non DOP e non IGP addizionati di altri ingredienti ad esclusione di mosto d’uva cotto, aceto di vino e solfiti
- Glassa, crema a base di aceto e/o altri ingredienti
- Besciamella con farine dei cereali permessi
- Burro light, margarina e margarina light
- Condimenti a composizione non definita
- Sughi pronti (ragù, pesto, ecc.)
- Mix di semi
- Salse (maionese, senape, ketchup, ecc.), paté, pasta d’acciughe
- Mostarda
- Dadi, preparati per brodo, estratti (di carne e vegetali)
- Insaporitori aromatizzanti costituiti oltre che da spezie e sale
anche da altri ingredienti (aromi, amidi, ecc) - Agar-Agar in polvere, in barrette
- Gomma di: guar, xantano
- Aromi – vanillina
- Colla di pesce, gelatina alimentare, addensanti
- Lievito chimico (agenti lievitanti)
- Lievito di birra fresco liquido
- Lievito madre da cereali permessi
- Lecitina di soia
- Miso, tamari, salsa di soia
- Curry addizionato di altri ingredienti
- Tofu
- Integratori Alimentari
Glutammato
Il glutammato, o gli altri “esaltatori di sapidità” che hanno come base il glutammato, possono contenere glutine?
Oltre al glutammato monosodico (E621), altri additivi che hanno come base il glutammato vengono impiegati come “esaltatori di sapidità”, cioè come potenziatori del sapore dei cibi: glutammato monopotassico (E622), diglutammato calcico (E623), glutammato monoammonico (E624) e diglutammato di magnesio (E625).
L’acido glutammico viene prodotto industrialmente tramite fermentazione batterica di un substrato di fermentazione costituito da zuccheri, melassa o amido. La fermentazione dei nutrienti presenti porta alla produzione di acido glutammico che, nonostante il nome, non è correlato al glutine e non è quindi tossico per il celiaco, come non lo sono i suoi sali.
Come per tutti gli additivi, però, non è possibile escludere a priori il rischio di contaminazione da glutine.
Resta valido il concetto che è necessaria la verifica del prodotto specifico (per esempio: dadi da brodo, estratti di carne, insaporitori) per escludere rischi di contaminazione accidentale.
Insaporitori aromatizzanti
Gli insaporitori aromatizzanti sono sempre a rischio?
Gli insaporitori aromatizzanti sono a rischio, tranne quando si tratti unicamente di miscugli di sole spezie (che sono idonee), con o senza sale. ln questo caso il prodotto può essere consumato con tranquillità.
Vaniglia e vanillina
Vaniglia e vanillina sono la stessa cosa?
La vaniglia o vanillina (Vanilla planifolia) è un’orchidea originaria del Messico.
I suoi frutti, comunemente chiamati baccelli o bastoncini, producono la spezia nota come vaniglia.
La vaniglia in cucina viene utilizzata per aromatizzare dolci, creme, zucchero, latte, cioccolato, liquori, bevande.
Quella in commercio, usata in pasticceria, è solitamente di origine sintetica. La vanillina di origine naturale, meno comune, è invece ottenuta dai semi di vaniglia.
La vanillina (sintetica o naturale) in quanto aroma, come tutti gli additivi, è a rischio di contaminazione accidentale da glutine e può essere consumata solo se riportante la dicitura “senza glutine” in etichetta. I baccelli di vaniglia, interi o polverizzati, invece, in quanto spezie, sono idonei al consumo dei celiaci e pertanto non necessitano del claim "senza glutine"
Gelatina e addensanti
La gelatina alimentare contiene glutine?
Il regolamento CEE 853/2004 disciplina la produzione della gelatina alimentare. In esso vengono specificati gli unici ingredienti utilizzabili per la produzione: ossa, pelli di ruminanti d’allevamento, pelli di suini, pelle di pollame, tendini e legamenti, pelli di selvaggina selvatica; pelle e spine di pesce.
La gelatina alimentare viene definita “colla di pesce” quando utilizza derivati dal pesce come ingredienti.
Per quanto riguarda la presenza di glutine, al momento, nonostante l’origine da prodotti naturalmente privi di glutine, il processo produttivo non ci consente di escludere a priori un’eventuale contaminazione accidentale da glutine. Pertanto, il prodotto può essere consigliato per l’uso solo qualora riporti in etichetta la dicitura “senza glutine”.
Un sostituto alla gelatina alimentare può essere l’Agar-Agar.
La pectina è sempre senza glutine?
La pectina è una sostanza mucillaginosa presente in molti vegetali, estratta abitualmente dalla pressatura delle mele e della mela cotogna. Di per sé sarebbe senza glutine, ma le pectine servono a creare colloidi protettori, emulsionificanti per l’alimentazione (maionese, sorbetti) e addensanti per confetture. La pectina si trova dunque in commercio come ingrediente di un prodotto più complesso (es. addensante, maionese, sorbetti, ecc.), pertanto sarà da verificare la dicitura “senza glutine” in etichetta.
Salsa di soia
La salsa di soia è un alimento permesso nella dieta senza glutine?
La salsa di soia è un prodotto altamente a rischio in quanto prevede, nella maggior parte dei casi, l’utilizzo della farina di frumento tra gli ingredienti. Esistono diverse varietà di salsa di soia; in tutti i casi è necessario valutare, oltre alla composizione, anche il processo produttivo.
L’AIC consiglia il consumo di salsa di soia che riporti sulla confezione la dicitura «senza glutine» (ai sensi del Regolamento UE 828/2014).
Curry
Il Curry contiene glutine?
Il curry, nella sua formulazione classica, non è a rischio per il celiaco in quanto consiste in una miscela di sole spezie.
Tuttavia, sotto questa denominazione, si possono trovare in commercio le miscele più disparate; AIC considera il curry costituito unicamente da spezie ed erbe aromatiche “permesso” ai celiaci.
Se costituito, oltre che da spezie ed erbe aromatiche, anche da altri componenti quali aromi, amidi, fecole, additivi, ecc., rientra nella categoria degli alimenti “a rischio” per i celiaci: diventa idoneo al consumo se riporta la dicitura “senza glutine” in etichetta ai sensi del Reg. 828/2014.
Integratori alimentari
Quali integratori può assumere il celiaco?
Gli integratori non sono tutelati da specifiche norme che ne disciplinino il contenuto in glutine o in amido di frumento. Di conseguenza si tratta di sostanze potenzialmente a rischio per il soggetto celiaco. Tuttavia, possono essere assunti quei preparati che sono riportati nel Prontuario AIC o che riportino il claim “senza glutine” (il che, come previsto dalla normativa in vigore, significa una quantità di glutine inferiore a 20 ppm ossia 20 mg/kg). Come sempre il discorso vale per sostanze e formulazioni da ingerire, mentre è ininfluente per quelle da applicare topicamente. Come per i dispositivi medici, fanno eccezione anche gli integratori ad uso topico del cavo orale o sublinguale e quindi non per l’ingestione, che sono pertanto considerati adatti ai celiaci, anche se non riportano l’indicazione “senza glutine” sulla confezione, considerando che i quantitativi eventualmente ingeriti restano in ogni caso comunque risibili e non pericolosi anche in caso di presenza in tracce di glutine a causa di contaminazione accidentale. AIC sconsiglia il consumo solo in caso di presenza certa di glutine tra gli ingredienti.
- Lievito madre o lievito acido
- Seitan
- Besciamella con farine dei cereali vietati